Cancellazione della Corte d’Appello. D’Ambrosio: tutti in piazza per una mobilitazione generale

Invita tutti a scendere in piazza per una mobilitazione generale, Alfredo D’Ambrosio. L’ex senatore – dopo aver appreso delle intenzioni del ministro di Giustizia Andrea Orlando, il cui progetto di revisione della geografia giudiziaria cancellerebbe in un sol colpo la Corte d’Appello di Campobasso e metterebbe a fortissimo rischio di sopravvivenza i tribunali di Isernia e Larino – chiama a raccolta tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali e dell’associazionismo per una serrata generale, tale da far sentire la voce del Molise “forte e chiara a Roma e a chi ci governa”.
D’Ambrosio precisa che la manifestazione contro la nuova distribuzione sul territorio delle Corti di Appello e la loro conseguente riduzione non deve avere alcun connotato politico, se non quello di mobilitarsi per salvare il Molise da una lenta agonia.
“Ho letto l’intervento del vicepresidente della Giunta regionale Michele Petraroia, che propone di portare la questione in sede di Conferenza Stato-Regioni. A mio modesto avviso, però, tale proposta appare impraticabile: in tale sede, infatti, siederebbero i governatori di altre regioni che sono assolutamente interessati alla soppressione dei tribunali molisani per ottenere vantaggi sul proprio territorio. La nostra regione è stata già privata di troppi servizi e non può continuare a sopportare, supinamente, le sforbiciate decise da chi non ne conosce le esigenze reali. Non vorrei che il governo Renzi si appresti a eliminare la nostra regione dalla carta geografica, magari proponendo di accorparci ad altri territori senza nemmeno farci decidere da soli il nostro destino, cosa che ci farebbe tornare indietro nel tempo fino al secondo dopoguerra. Di fronte a questo disegno cosa vogliamo fare? Restare inerti e tacere passivamente o tornare artefici del nostro destino? Mi pare d’obbligo scegliere la seconda strada – continua D’Ambrosio – e farsi promotori di un’iniziativa di protesta pubblica collettiva, pacifica e civile, che tuttavia abbia un’eco nazionale. Basta con le riforme che tengono conto soltanto dei criteri di estensione del territorio e del numero degli abitanti. E’ necessario che le istituzioni si diano da fare immediatamente, prima del 29 agosto, quando il Consiglio dei ministri potrebbe dare il via a un’autentica contro-riforma che metterebbe in ginocchio l’intero territorio”.
Quanto vuol fare il Guardasigilli Orlando, secondo l’ex parlamentare isernino, aggiungerebbe altri danni a quelli già creati dalle soppressioni di altri servizi sul territorio. “Danni di natura economica – precisa D’Ambrosio – ma anche di natura professionale per gli operatori del settore, senza contare che dalla chiusura della Corte d’Appello e dei tribunali di Isernia e Larino deriverebbero solo maggiori problemi per quei cittadini bisognosi di avere risposte certe dalla giustizia. E’ paradossale, tra l’altro, che una piccola regione come la nostra, verso la quale lo Stato dovrebbe avere un occhio di riguardo e attivare quel principio solidaristico – termine tanto caro al premier Renzi – in base al quale chi ha più risorse ne cede una parte a chi ne ha in misura minore, rischi di non poter fornire più i servizi essenziali ai suoi cittadini. Senza contare che la particolare conformazione geografica del territorio, prevalentemente montano e con forti carenze in termini di infrastrutture stradali, già rende difficile spostarsi all’interno della regione stessa, durante i mesi invernali. Figuriamoci dunque quali sarebbero i disagi per raggiungere la Corte d’Appello di Ancona o di chissà dove. Una specificità regionale, tra l’altro, garantita dalla stessa Costituzione”.
D’Ambrosio, in particolare, teme che la città di Isernia, dall’eventuale soppressione del tribunale, considerata la chiusura di altri uffici pubblici, venga definitivamente relegata nel dimenticatoio. E’inaudito, secondo D’Ambrosio, che le istituzioni finora abbiano osservato un religioso silenzio di fronte a una questione di tale importanza, anziché assumersi le proprie responsabilità fino in fondo: “Se l’appello a una serrata generale dovesse restare inascoltato – conclude D’Ambrosio – a quel punto saranno ci cittadini molisani stessi a rendersi conto di essere rappresentati da una classe politica insipiente e inadeguata, con tutto il carico di conseguenze che ne deriveranno”.

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