“Aufmerksamkeit, um die Wähler“, ossia Attenti all’elettore!

Il titolo che in Italiano è: attenti all’elettore, non è una minaccia, ma una certezza, specialmente quando si tratta di elezioni e di tutto quello che ruota attorno a questo pianeta che presenta mille insidie, ecco perché vogliamo tornare sulla questione “cambi di casacca e salti della quaglia”. Questione che c’induce a scrivere per chiarire le idee soprattutto agli elettori. Ritornello, motivato essenzialmente dalla confusione che s’ingenerata attorno ai nomi in molti casi datati; ovviamente ci sono le dovute eccezioni. Nomi che puntualmente si presentano all’elettore, anche se hanno cambiato casacca e formazione, forse per ricrearsi una “verginità” che hanno perso causa gli appetiti che permettono di calpestare le esigenze della comunità. Persone che si dicono pronte a dare una svolta al sistema nonostante la confusione regna a trecentosessanta gradi. Nomi  più o meno noti che non perdono tempo e prenotano nuovamente un posto a Palazzo. Nomi    che si danno battaglia, anche se con armamento poco adatto, perché caricato a salve che fa solo rumore, fumo e polvere, tant’è che la guerra si fa sottile, subdola e sotterranea, retaggio di una cultura politica di altri tempi, che è alquanto fuori moda. Guerra che vede scendere in campo i “soliti generali” che cercano di conquistare le postazioni e di conseguenza acquartierarsi nei luoghi del potere qualunque esso sia. Un posizionamento che però, si presenta incerto e pieno d’insidie perché la postazione non è semplice da occupare per i problemi che hanno portato alla desertificazione sia morale che materiale del Molise; eppure la lotta è serrata. Una lotta improntata alla tracotanza, alla spavalderia ma soprattutto, un arrampicarsi sullo specchio dell’inutilità, perché chi la conduce è poco credibile, tant’è che molti si sono guadagnati i gradi di “fafunar” ossia fanfaroni o di “carte da tre”, quelli che sono avvezzi al gioco delle carte capiranno il significato. Cose che incidono sulle scelte dell’elettore perché, se non si è capito la parola “fine” spetta sempre e unicamente a quest’ultimo e a nessun altro. Il quale, è sconcertato, e diciamola tutta e’ disgustato e stanco di assistere ai continui cambi di fronte che è alquanto ridicolo; ecco perché i malumori e i mugugni sono sempre più palesi. Situazione che vogliamo affidare alla saggezza dei latini tramite un detto che ci permettiamo di stravolgere in: “bis o tris repetita non iuvant”.

Massimo Dalla Torre

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