Area di crisi: il Molise non si arrende

Gli effetti negativi della crisi si sono riflessi soprattutto sul mercato del lavoro: il Molise ha perso, in questi anni, più di 15 mila posti di lavoro e il 20% della famiglie hanno difficoltà economiche. Il prolungarsi della crisi economica ha investito con particolare intensità l’industria, il cui ruolo è decisivo per le prospettive di crescita della produttività e della competitività dell’intera economia. Sono dati preoccupanti. Siamo lontani dal trovare una soluzione per uscire dalla crisi. Avremo un periodo difficile per tanti lavoratori e altrettante famiglie. Per la CISL è importante rilanciare la vertenza Molise.La campagna di mobilitazione, e in particolare la manifestazione del 28giugno “Marcia per il lavoro” promossa unitariamente da CGIL CISL UIL, sta ottenendo i primi risultati. In tale data unitariamente avevamo assunto l’impegno si sostenere il percorso di riconoscimento dell’area di crisi, avviato dalla giunta regionale, a tutti i livelli delle nostre organizzazioni. Domani all’audizione della Commissione X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei Deputati, dove parteciperanno le Organizzazioni sindacali, datoriali e le istituzioni regionali, si procederà a fare un altro passo nel percorso di riconoscimento della situazione di crisi industriale complessa per il distretto compreso tra i comuni di Boiano Isernia e Venafro. La situazione delle aree di crisi, in questo contesto, risulta più drammatico e senza una prospettiva di ripresa. Il perdurare della crisi in queste aree sta aggravando le situazioni economiche ed occupazionale. Secondo gli ultimi dati pubblicati dallo Svimez, il PIL in Molise continua a diminuire anche nel 2013 (-3,2%) un calo nettamente superiore alla media nazionale. L’uscita dalla crisi economica, produttiva, occupazionale e sociale è tutt’altro che semplice. È soprattutto sul versante sociale che il perdurare della crisi rischia di creare dei danni strutturali. Il tasso di disoccupazione nel 2013 ha raggiunto il dato peggiore di questi anni 15,8% che s’è tradotto in un aumento del numero dei disoccupati: in Molise 19 mila persone sono in cerca di un lavoro.Il riconoscimento dell’area di crisi è una prima risposta ad un contesto regionale estremamente complesso. Ma per un rilancio vero e proprio della Regione, per la CISL, è importante che questi strumenti siano accompagnati da un stanziamento cospicuo di risorse europee, nazionali e regionali. Al Molise, come all’Abruzzo e alla Sardegna, essere riconosciuta come “regione in transizione” non e’ affatto convenuto. La CISL, infatti, ha più volte denunciato il pericolo che alle regioni in transizioni uscite dall’obiettivo “Uno” con carenze infrastrutturali e difficoltà strutturali, a cui dovrebbe spettare un maggior sostegno rispetto a quelle già avanzate, purtroppo sono state assegnate risorse inferiori alla precedente programmazione. Dobbiamo scongiurare questo pericolo perché le risorse europee sono essenziali per le politiche sociali e di sviluppo regionali e le uniche necessarie per la crescita del Molise. Questo rischio è stato quasi allontanato dagli impegni che il Governo ha assunto nei nostri confronti della nostra regione e dagli ultimi indirizzi adottati dal CIPE, ma vogliamo che questo diventi una garanzia perché consentirebbero al Molise di ottenere maggiore risorse, evitando ogni penalizzazione. Siamo purtroppo lontani da una ripresa per questo è importante continuare a lavorare garantendo l’impegno di tutti gli attori sociali ed istituzionali impegnati nel territorio molisano per evitare che il 2014 si concluda come l’anno più buio.
Giovanni Notaro
Segretario Generale Aggiunto

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