Truffe sulla cassa integrazione, Solagrital: il tempo è galantuomo

Come da noi già anticipato la Procura sta indagando sulla concessione della cassa integrazione in deroga negli ultimi anni. Ci sono diverse vicende, tutte sollevate dalla nostra testata, che hanno interessato gli uffici giudiziari della procura. Di una vicenda, che chiama in causa un importante esponente di un ente pubblico economico molisano abbiamo dato aggiornamento ieri. Sulla vicenda della cassa integrazione alla Solagrital, altra vicenda da noi sollevata oltre due anni fa, registriamo che, finalmente la solitudine che in questi anni ci ha attorniato e ci ha isolato si è finalmente rotta. Il quotidiano Primo Piano Molise nella sua edizione odierna infatti in  bell’evidenza fornisce una notizia da noi fornita già da qualche tempo: la Procura indaga per truffa per la concessione della cassa integrazione in deroga alla Solagrital. Pur non venendo citati  siamo, come testata, lo stesso soddisfatti. E’la conferma che le nostre battaglie, per la trasparenza e la legalità, sono vincenti e sono concrete. Ripubblichiamo per i nostri lettori due degli ultimi articoli che abbiamo dedicato alla vicende Solagrital e della cassa integrazione (p.c.)

Di seguito le inchieste fatte da noi:

“Sulla vicenda Solagrital e sulla più complessiva questione della gestione del polo avicolo di Bojano, oggetto anche di numerose segnalazioni da parte di questa testata, sembrerebbe che sia stato acceso un faro da parte della Procura della Repubblica di Campobasso. Indagini che starebbero andando avanti con l’escussione di numerosi protagonisti diretti della faccenda, persone informate sui fatti o persone che hanno segnalato anomalie e possibili irregolarità alla Procura.
Non si ancora bene se ci sono indagati ma si fanno nomi pesanti, pesantissimi, protagonisti a vario titolo della gestione, oggettivamente falimentare del polo avicolo negli ultimi anni. Sarebbero coinvolti politici ma anche manager e operatori economici impegnati nella gestione della Solagrital negli ultimi anni prima del collasso. I reati per i quali si stanno svolgendo le indagini, affidate alla Guardia di Finanza, sarebbero piuttosto pesanti: non solo abuso d’ufficio ma anche corruzione e truffa ai danni dello Stato e/o della Regione. Numerosi gli spunti da cui potrebbero essere scaturite le indagini: oltre alle convulse operazioni societarie di cui la Solagrital è stata oggetto negli ultimi annisembrerebbe che sia entrata nel mirino anche una vicenda da noi segnalata in numerosi articoli, relativa alla concessione della cassa integrazione, straordinaria ma soprattutto in deroga ai lavoratori Solagrital. In base ai nostri articoli venne anche depositato un esposto da parte degli allora consiglieri regionali Romano, Monaco e  Di Donato. Massimo comunque è il riserbo sulla vicenda e non è chiaro a che punto procedurale siano giunte le indagini stesse”. (Articolo del 12 marzo 2014)

“Peccato, perché siamo molisani, siamo piccoli, e nessuno ci pensa. E peccato anche per questa testata, perché la sua voce per quanto diffusa non è riuscita a bucare la coltre di silenzio, spesso complice,a volte semplicemente disinteressato, che sulla vicenda si era sedimentata negli anni. Resta la soddisfazione di aver anticipato tutti nell’individuare uno spreco uno scandalo tutto italiano: la cassa integrazione. Questa testata oltre un anno fa, documenti alla mano, ha dimostrato come la cassa integrazione in deroga, cioè quella gestita dalla Regione, fosse stata gestita in maniera opinabile e che, in alcuni casi, la realtà rappresentata era manipolata per avere i tanti soldi disponibili. Una specie di Bancomat per le aziende che ha portato milioni di euro fuori dalle casse regionali. I controlli erano solo formali, in alcuni casi i bilanci non venivano nemmeno allegati. Una volta ottenuto il beneficio il patto di servizio tra Regione e azienda, quello in cui si disciplinavano i rispettivi obblighi non veniva osservato o semplicemente non c’era.
Nessuna azione manageriale veniva messa in posta per uscire dalla crisi (perché a questo dovrebbe servire la cassa integrazione) nessuna formazione veniva erogata la personale, arrivava solo l’accredito dei soldi da parte della Regione. Sulla vicenda sono pendenti diverse denunce di lavoratori e, nel caso della Solagrital, i consiglieri regionali della passata consiliatura Romano, Monaco e Di Donato hanno presentato un circostanziato esposto alla procura, che riportava anche nostri articoli di stampa. Nel caso Solagrital abbiamo pubblicato un articolo in cui si sosteneva come un provvedimento di cassa integrazione aveva riguardato 11 lavoratori che erano stati assunti il giorno prima della loro ammissione ai benefici della cassa integrazione stessa. Nel caso di una realtà associativa locale poi era facilmente dimostrabile come la cassa integrazione, per oltre 150.000 euro era stata ottenuta grazie ad un gioco di scatole cinesi, facendo assunzioni in una società e mettendo in cassa integrazione in un’altra, per liberarsi di lavoratori scomodi e fastidiosi. Anche questo caso è all’esame della competente Procura. In un altro caso una piccola azienda commerciale aveva ottenuto, solo lei in quel settore, la cassa integrazione parziale e i lavoratori venivano messi in cassa integrazione dalle ore 13 alle ore 15,30, cioè durante la pausa pranzo. Oggi arriva la conferma nazionale, dopo che già il noto giuslavorista Pietro Ichino aveva lanciato l’allarme: la cassa integrazione spesso nasconde la truffa e il malaffare. I giornalisti del Mattino di Napoli hanno scoperto che in un caso su 4 la cassa integrazione maschera una truffa. Il Giornale ha ripreso e dato evidenza a questa inchiesta, anche dopo la segnalazione in Parlamento da parte del presidente della Commissione Francesco Boccia che ha parlato di uno scandalo colossale. Noi quindi avevamo davvero ragione. La speranza è che, sia pure tardivamente, gli organi di controllo e le Procure interessate vogliano, a questo punto, approfondire un caso clamorso di sperpero di danaro, caso diventato ormai nazionale”. ( Articolo del 12 novembre 2013)

Cassa integrazione: l’incredibile storia della Solagrital

Vengono messi in cassa integrazione in deroga 150 lavoratori stagionali- Di questi 11 vengono assunti lo stesso giorno in cui parte la cassa integrazione. Partiamo con un’avvertenza: tutti i fatti narrati sono effettivamente accaduti per quanto incredibile ciò possa sembrare. Agli inizi del 2010 la Solagrital, cooperativa in cui la Regione deteneva la stragrande maggioranza delle quote, attiva una procedura di cassa integrazione in deroga riservata al solo personale con contratto a tempo determinato (meglio conosciuti come avventizi). Come ben sapranno ormai i nostri lettori la cassa integrazione in deroga è un istituto che viene concesso dallo Stato per il tramite della Regione, in momenti di particolare crisi economica a quei settori che sono esclusi dalla Cassa integrazione ordinaria. Lo Stato stabilisce l’entità degli aiuti e le somme disponibili e poi delega le regioni, per il tramite degli assessorati al lavoro, nell’individuazione delle aziende che devono materialmente ricevere questi aiuti. Ora gli avventizi, in quanto lavoratori tipici del comparto agricolo, sono tra quei lavoratori esclusi dalla cassa integrazione ordinaria. Quindi l’azienda, unitamente all’assessorato al lavoro (che doveva concedere i fondi) e ad alcune sigle sindacali, fece un accordo, in data 21 aprile 2010, con il quale si prevedeva di far beneficiare 150 avventizi dell’integrazione salariale per sei mesi. In pratica, come ogni inizio anno l’azienda assume avventizi (gli avventizi una volta assunti possono anche non lavorare in quanto questa tipologia contrattuale si caratterizza per il fatto che prestano attività lavorativa solo quando serve, negli altri giorni, pur assunti non lavorano e non percepiscono retribuzione) e lo fa in numero maggiore rispetto all’effettivo fabbisogno. Dopo tre mesi viene fatto l’accordo e vengono messi in cassa integrazione lavoratori che già era chiaro a priori che non sarebbero stati utilizzati dall’azienda. Perché allora si dispone un sussidio pubblico in favore di lavoratori che probabilmente erano già in esubero al momento dell’assunzione? E chi ha deciso i nomi di questi 150 avventizi? La Solagrital è già un soggetto pubblico e per cui, anche nella scelta del personale, si sarebbero dovute usare procedure di selezione che tenessero conto del fatto che gli stipendi sono a carico della collettività e dei contribuenti. Quali sono stati allora i criteri che hanno portato alla scelta di queste 150 persone, perché si è arrivati alla scelta di 150 persone quando probabilmente (anzi sicuramente se continuate a leggere questo articolo) il loro numero era già largamente superiore ai fabbisogni effettivi dell’azienda? Ma arriviamo al clou. Dalla documentazione in nostro possesso risulta che 11 assunzioni di avventizi sono state effettuate lo stesso giorno (21 aprile 2010) della stipula dell’accordo di cassa integrazione in deroga. Che significa questo: significa che questi 11 avventizi non hanno lavorato nemmeno un giorno in azienda, hanno usufruito di sei mesi di cassa integrazione. Di questi 11 lavoratori solo uno, , è stato nuovamente chiamato a lavorare in Solagrital gli altri non hanno mai messo piede in azienda. Mai come in questo caso ogni commento appare superfluo. ( articolo del 10 maggio 2013)

 

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