Molisecafone/La banda del buco finisce in Tribunale

Dopo la mietitura, in attesa di uccidere il maiale torna il Molisecafone, il Molise vero, quello più viscerale. E torna con una storia che un paio di anni fa avevamo già raccontato. Parliamo della banda del buco, un accrocchio di persone del Molisecafone vip o forse pip che con una serie di manovre erano riusciti a svuotare un conto corrente con un bella somma depositata e successivamente a spartirselo. Nella banda c’erano politici con l’energia cinetica di un migliaio di buoi, professionisti esperti in perizie gonfiate ad arte, esponenti di enti associativi dediti al furto e alla microcriminalità, poveri cristi che passavano là per caso usati come scudi umani. Insomma uno spaccato vero della cafonaggine molisana. Ebbene il gruppo dopo aver trasferito sui propri conti i soldi, con una serie di escamotage (non ultimo l’adescamento del cassiere) e artifizi, ebbe la faccia tosta di festeggiare pubblicamente il rififi, con il microcriminale seriale (ideatore dell’operazione) che si gonfiava come un pavone per il grande risultato raggiunto. Peccato però che, come spesso succede, il diavolo ci metta lo zampino. Peccato che la banda di idioti non avesse conoscenza che una parte di quei soldi erano di un ente pubblico molisano e che non potevano essere spartiti come un bottino di guerra. Peccato anche l’ente pubblico, sia pure in ritardo si sia accorto del prosciugamento del conto e abbia agito di conseguenza. Morale della favola: oggi la questione dopo i festeggiamenti, le parcelle e i rimborsi usati per fare arrivare i soldi nelle proprie tasche, si sta trascinando in una aula di tribunale di un Molise cafone ma, almeno per una volta, non citrullo. E probabilmente da quell’aula potrà arrivare ad altre stanze della magistratura, sia contabile che penale vista l’assoluta evidenza criminale di quanto accaduto. Peccato perché si tratta di esponenti significativi del Molisecafone, gente che sta facendo sia pure con qualche fatica anche carriera pubblica. Gente che potrebbe, Dio ce ne scampi, anche governarci. Ma questo è il bello del Molisecafone: è una terra di masochisti, una terra non da cinquanta ma da almeno cinquecento sfumature di inchiappettamento se non addirittura di auto-inchiappettamento. En passant abbiamo passato la storia alla nostra redazione giornalistica seria, quella che fa inchiesta, perché vi terrà aggiornata professionalmente su quanto accaduto, con nomi e cognomi. Ovviamente, e per ragioni di pura sopravvivenza fisica, non farà mai riferimento a questo pezzucolo di satira cafonale.

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