Terrorismo: cinema, bar, chiese e conventi, la mappa degli obiettivi

A Roma la questura ha individuato i bersagli di possibili attacchi, i nuovi controlli dopo gli attacchi in Germania e in Francia di Fiorenza Sarzanini www.corriere.it

Una «mappatura» dei locali pubblici che potrebbero diventare bersaglio di atti di terrorismo. L’indicazione operativa fornita nei giorni successivi agli attentati di Parigi del novembre scorso è ormai in fase avanzata, praticamente terminata a Roma. Il motivo è evidente, ribadito subito dopo l’attacco di Nizza quando Mohamed Lahouaiej Bouhlel si è lanciato sulla folla con un camion provocando 84 morti e decine di feriti: «Proteggere quelli che sono diventati “obiettivi primari” perché più vulnerabili».

Mentre le forze dell’ordine francesi trasmettono all’Italia un elenco di quattordici persone collegate al kamikaze entrato in azione in Costa Azzurra, le indagini dell’Antiterrorismo si concentrano sui «passaggi» dei presunti complici nel nostro Paese. E fanno emergere la presenza dei due albanesi accusati di aver fornito la pistola tra la Liguria e la Lombardia.

Teatri e cinema

Le ultime disposizioni sono state trasmesse dopo i numerosi attacchi in Francia e Germania ed evidenziano come «il target e il modo di operare dei terroristi è radicalmente cambiato, visto che l’attacco non viene sempre indirizzato verso obiettivi “istituzionali” o contro coloro che rappresentano lo Stato, ma rivolto ai luoghi di aggregazione delle persone. E questo anche tenendo conto che l’aggressione può essere proficuamente portata senza l’utilizzo di particolari mezzi di offesa e ottenendo un grande risalto mediatico che genera nei cittadini un diffuso senso di insicurezza». Per questo si è deciso di stilare l’elenco dettagliato dei locali, con le indicazioni relative agli ingressi, alle uscite di emergenza, alle vie di fuga.

I piani di intervento

La questura di Roma, guidata da Nicolò D’Angelo, ha ultimato il dossier, prevedendo — come del resto in molte altre città italiane — piani di intervento ed evacuazione in caso di attacco. Sono state individuate tutte «le strade dove posizionare le pattuglie per la “cinturazione dell’area” e le aree idonee all’eventuale atterraggio degli elicotteri». Una piantina aggiornata delle città che deve servire a segnalare tutti i punti che possono trasformarsi in una via di accesso privilegiata per chi ha intenzione di colpire e quindi essere interdetti alla circolazione, proprio come è già accaduto per via della Conciliazione.

Chiese e periferie

Dopo la barbara uccisione di padre Jacques Hamel nella parrocchia di Saint-Etienne-de-Rouvray, i controlli in tutti i luoghi simbolo della cristianità sono stati intensificati, pur escludendo la possibilità di «blindare» chiese e conventi. È stato invece deciso di monitorare ulteriormente «i contesti di degrado urbano dove l’azione di uno straniero può trovare origine e sostegno». E dunque dovranno essere controllati e rimossi tutti gli insediamenti abusivi e si dovranno effettuare «bonifiche negli stabili abbandonati, i container e i tutti i luoghi dove potrebbe trovare rifugio chi ha deciso di sottrarsi ai circuiti del controllo e dell’identificazione».

I complici in Italia

Durante la riunione di due giorni fa dei magistrati antiterrorismo italiani è stato ribadito che il pericolo maggiore viene in questo momento dall’appello dell’Isis ai foreign fighters a non andare in Siria, «portando la guerra in Europa con ogni mezzo». Proprio su questi soggetti sono stati intensificate le indagini. Si è così scoperto che la donna quarantaduenne albanese della coppia a cui Bouhlel s’era rivolto per comprare una pistola calibro 7,65 — divenuta cittadina francese — era passata l’ultima volta dall’Italia, dopo un viaggio in Albania, nel giugno scorso. Mentre in precedenza era stata arrestata in Liguria per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il suo convivente era stato controllato, nelle vicinanze di Milano, con altri albanesi con precedenti penali a carico».

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