Terremoto, ancora scosse. Contestato il sindaco di Norcia: “Ridateci le tende”. Renzi: “Niente tendopoli in montagna”

Molti gli sfollati che chiedono una sistemazione per rimanere in città. Il premier nella sua enews settimanale: “Dovremo gestire al meglio questa prima”. La regione: in arrivo strutture collettive. La scossa di assestamento più forte alle 4.27, con magnitudo 4,2. Continua il lavoro dei soccorritori www.repubblica.it

Prima notte del dopo terremoto trascorsa in auto o nelle strutture di accoglienza per la popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria, Marche e Lazio, il più forte dal 1980. “Ridateci le tende” è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all’interno della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte. “In modo che nessuno sia costretto a rimanere in auto” sottolineano.

Lo sfogo. “Le tende non dovevano essere smontate” affermano a Norcia quelli che si ritrovano per la colazione nella struttura antistante il palasport. Parole urlate anche durante una assemblea con il sindaco Nicola Alemanno. “Non sono più ‘solo teli’ come una volta – afferma Adolfo, uno degli sfollati – ma ambienti confortevoli e riscaldati. Possono permettere a chi rimane qui di affrontare meglio le difficoltà di queste ore”. Una situazione che la presidente della Regione Catiuscia Marini ha affrontato stamattina in un incontro a Cascia con il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario governativo Vasco Errani. Vertice che si è poi spostato negli altri centri colpiti dal sisma
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NORCIA – Prima notte del dopo terremoto trascorsa in auto o nelle strutture di accoglienza per la popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria, Marche e Lazio, il più forte dal 1980. “Ridateci le tende” è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all’interno della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte. “In modo che nessuno sia costretto a rimanere in auto” sottolineano.

Lo sfogo. “Le tende non dovevano essere smontate” affermano a Norcia quelli che si ritrovano per la colazione nella struttura antistante il palasport. Parole urlate anche durante una assemblea con il sindaco Nicola Alemanno. “Non sono più ‘solo teli’ come una volta – afferma Adolfo, uno degli sfollati – ma ambienti confortevoli e riscaldati. Possono permettere a chi rimane qui di affrontare meglio le difficoltà di queste ore”. Una situazione che la presidente della Regione Catiuscia Marini ha affrontato stamattina in un incontro a Cascia con il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario governativo Vasco Errani. Vertice che si è poi spostato negli altri centri colpiti dal sisma.

Renzi: “No a tendopoli in montagna sotto la neve”. “Le cose da fare sono difficili, ma chiare. Primo, mettere in sicurezza”. Matteo Renzi, dalla sua enews, fa così il punto sul lavoro di ricostruzione nelle aree terremotate. “Ne parleremo anche oggi, nel Consiglio dei ministri straordinario che abbiamo convocato per le 17, dove saranno presenti anche i 4 presidenti di Regione, il commissario Errani e il capo della Protezione Civile Curcio”, ricorda il presidente del Consiglio.

“Non possiamo avere le tende per qualche mese in montagna – ribadisce Renzi – sotto la neve. Gli alberghi ci sono, per tutti. Ma molti dei nostri connazionali non vogliono lasciare quelle terre nemmeno per qualche settimana. Dunque dovremo gestire al meglio questa prima fase, l’emergenza”.

Poi si deve pensare alla “ricostruzione” delle zone colpite dal terremoto. “A regola d’arte. Con il controllo dell’opinione pubblica e di tutti i cittadini. Non va sprecato nemmeno un centesimo e dobbiamo dimostrare chi siamo: persone che – a differenza di alcune vicende del passato – sanno fare opere pubbliche senza sprechi e senza ladri”, dice Renzi che aggiunge: “Non ci sono morti, stavolta. E questa notizia ci dà enorme sollievo. Ma i danni al patrimonio abitativo, economico, culturale e religioso sono impressionanti. Questi borghi sono l’identità italiana: dovremo ricostruirli tutti, presto e bene”.

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