Rouen, il parroco sgozzato in chiesa: «Non ha voluto inginocchiarsi»

La testimonianza di suor Danielle: «Urlavano in arabo e si filmavano». Ferito a coltellate uno degli ostaggi. I due assalitori sono stati uccisi dalle forze speciali di Andrea Nicastro da www.corriere.it

Nessuno è al sicuro. Non c’è un posto dove lo Stato Islamico non possa arrivare. La guerra è in Europa, tra noi, su un treno, allo stadio, al tavolino di un bistrot, sul lungomare o in una chiesetta di campagna. Il villaggio di Saint-Etienne-du-Rouvray non ha niente della balieu degradata, niente di simbolico, niente di importante, qui la vita è lenta, sa di fieno, noia e formaggio.

Un piccolo paesino normale

Ambroise vende i giornali appena al di là del cordone di polizia che impedisce di avvicinarsi alla chiesa dell’orrore. Potrebbe scommettere che nessuno gli ha mai chiesto una sola copia di Charlie Hebdo e, ad essere sincero, neppure Ambroise ha mai avuto la curiosità di guardare una vignetta satirica su Maometto. Ci sono 4mila chiese in Francia. Tremila sono più o meno come questa: il tetto aguzzo nero, la pietra chiara a disegnare gli archi gotici. Impossibile mettere poliziotti davanti a tutte perché servirebbero anche davanti a ogni negozio, ad ogni condominio, angolo di strada. La chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, a dieci chilometri da Rouen, nel cuore della Normandia era l’ultimo degli obbiettivi prevedibili e invece ieri è diventato il nuovo set dell’orrore filmato come in un selfy da due giovanissimi terroristi, due “soldati” che l’Isis ha riconosciuto subito come suoi.

Le minacce e l’esecuzione

Alle 9:43 i due terroristi sono entrati dalla sacrestia, da una porticina che dà su rue Gambetta. La prima messa del mattino stava per finire. I “crociati” che volevano colpire erano cinque: Padre Jacques Hamel sull’altare, poi due suore e due fedeli tra le panche. “Sembravano invasati” ha raccontato suor Danielle. “Gridavano Daesh, Daesh o anche Allah Akbar”. Uno dei due è stato identificato come Adel Kermiche, 19 anni, seconda generazione di immigrati magrebini, francese di cittadinanza, per due volte aveva cercato di andare in Siria forse come un fratello. “Volevano che Padre Jacques si inginocchiasse, giravano attorno all’altare facendo una specie di proclama islamico, in arabo. Tutti gridavano. “Fermatevi, non sapete cosa state facendo”. “E’ una follia”. Ma i due avevano i coltelli e minacciavano tutti”. Forse qualcuno potrà vedere le immagini che i due assassini hanno registrato. Per il momento ci sono solo le parole della coraggiosa suora. “Inginocchiati”, avrebbero detto al prete. Ottantasei anni, il religioso ha forse difeso la sua chiesa dal sacrilegio, forse ha solo reagito da anziano all’arroganza di due ragazzotti. L’hanno sgozzato. “Padre Jacques non ha voluto inginocchiarsi, ha resistito e credo che tutto sia degenerato in quel momento”. Uno dei due ragazzi ha affondato il coltello nella gola. “Tutti urlavano, i fedeli inorriditi e anche i due invasati. “Fermatevi, fermatevi”. Io ero vicina alla porta, nessuno mi guardava”. Padre Jaques si deve essere accasciato perché la suora racconta che “quello del coltello si era chinato per raccoglierlo. L’altro stava riprendendosi mentre pregava in arabo davanti all’altare. Una barbarie. Ed è stato allora che sono corsa fuori senza che nessuno se ne accorgesse”.

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