Primarie Usa, trionfo Trump: ha conquistato la nomination repubblicana

A Cleveland suggellata la corsa vittoriosa del tycoon nelle primarie. Sul palco i leader repubblicani di Camera e Senato, Paul Ryan e Mitch McConnell
dall’ inviato FEDERICO RAMPINI www.repubblica.it

E’ fatta, indietro non si torna. In una giornata davvero storica, la convention repubblicana ha definitivamente consacrato Donald Trump come il suo candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Con il “roll call” iniziato alle ore 17.30 locali, cioè l’appello in ordine alfabetico Stato per Stato, le delegazioni presenti qui a Cleveland hanno votato la nomination.

Trump ha raggiunto un traguardo impensabile 13 mesi fa quando annunciò la propria candidatura. “E’ un momento irreale”, ha commentato a caldo suo figlio Donald Junior. Davvero irreale: un affarista controverso, più uomo di spettacolo che imprenditore, dal passato democratico, convertitosi al partito repubblicano solo di recente, ha sbaragliato 16 concorrenti e si è impadronito del Grand Old Party. A sancire la resa dell’establishment oggi sono venuti a parlare sul palco della Quicken Loans Arena i leader repubblicani di Camera e Senato, Paul Ryan e Mitch McConnell.

La giornata si era aperta sotto auspici peggiori. All’insegna di due scandali, uno più fragoroso, l’altro forse più gravido di conseguenze. Il primo: la scoperta che il discorso fatto alla vigilia da Melania Trump aveva scopiazzato interi passaggi da quello di Michelle Obama nel 2008. Il plagio ha occupato l’attenzione dei media per l’intera giornata, ma forse non avrà grandi conseguenze tra gli elettori di destra, che hanno perdonato o ignorato una lunga serie di bugie a The Donald. Peraltro, Melania sembra aver mentito anche sulla propria laurea. Di che stroncare un ministro tedesco, non un’aspirante First Lady nell’èra della politica come reality-tv.

L’altro scandalo, forse più serio, sta decapitando la Fox News. Il potentissimo Roger Ailes, chief executive della tv di Rupert Murdoch, canale di riferimento per il popolo di destra, dovrà andarsene per le accuse di molestie sessuali di diverse anchorwomen tra cui la celeberrima Megyn Kelly. Ailes è colui che ha fatto della Fox News la tv d’informazione più guardata e più influente, la sua caduta segna la fine di un’epoca.

Il clima della convention è ambiguo. La base dei delegati qui presenti è entusiasta come ci si deve aspettare. Urla approvazione per il clan di Trump, fischia impietosamente i notabili colpevoli di un appoggio tiepido, come Mitch Mc Connell. Si capisce che l’establishment è ancora incredulo per quello che ha dovuto subire. Il ceto politico di destra ancora non sa se il tycoon immobiliare lo sta conducendo a un disastro (l’esperto di sondaggi del New York Times, Nate Cohen, dà il 67% di probabilità di vittoria a Hillary) oppure se nel mondo impazzito del post-Brexit potrebbe accadere un altro portento.

The Donald intanto si crogiola nel suo momento magico. Anche stasera non ha resisto al proprio impulso narcisistico: è apparso di nuovo alla convention, per la seconda serata consecutiva, rubando la scena a tutti gli ospiti e violando la regola per cui il candidato parla solo alla fine. Anche lui sente l’irrealtà di quel che gli sta accadendo. E intanto se la gode. Poi si vedrà.

Commenti Facebook