Milano subito sotto in avvio (-2,7%). Banche, sospensioni a raffica

L’indice di Piazza Affari sotto quota 16 mila punti. Montepaschi sotto i 50 centesimi, Unicredit meno 5%. Pesanti Fca e Ferrari. Cottarelli (Fmi): «C’è troppo debito nel mondo». Vendite sui listini asiatici, crollo di Tokyo. Lo spread Bund-Btp a 150 di www.corriere.it

Piazza Affari va subito sotto in apertura dopo un timido tentativo di recupero all’indomani del crollo del 4,69%. Unicredit guida i pesanti ribassi bancari con un tonfo del 7%. Montepaschi scende sotto la soglia psicologica dei 50 centesimi. Pesanti Fca e Ferrari. Lo spread Btp/Bund a 150 punti. L’indice di Piazza Affari è sceso sotto quota 16 mila punti.
L’onda delle vendite che lunedì ha colpito l’Europa e Wall Street ha raggiunto l’Asia nella notte. L’indice giapponese Nikkei ha chiuso con un tonfo del 5,4% e l’australiano S&P/ASX 200 del 2,8%. Giù anche le Borse nelle Filippine, in Indonesia, Thailandia e Nuova Zelanda. Le Borse cinesi, di Hong Kong, Taiwan e Corea del sud sono chiuse per la festa del nuovo anno lunare. Tra le azioni del credito, la Banca Nazionale d’Australia ha segnato un ribasso del 5,8% a Sydney e la Mizuho Financial il 5% a Tokyo.Secondo Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, «c’è troppo debito nel mondo, troppo debito privato e troppo debito pubblico. Questa situazione di debolezza crea in generale una bassa crescita e quando c’è bassa crescita i mercati finanziari si preoccupano: tutti questi su e giù sono dovuti ad un estremo nervosismo che potrà anche essere ingiustificato rispetto a quello che succede nell’immediato ma che, secondo me – ha spiegato l’ex commissario alla Spending review del governo Renzi – è legato a queste debolezze strutturali». Secondo le parole di Cottarelli, la distribuzione del reddito è molto cambiata negli ultimi 30 anni, «la classe media si è impoverita e ha meno potere d’acquisto quindi per indurla a consumare. Si sono dovuti tenere i tassi d’interesse molto bassi e le famiglie si sono indebitate. In generale il debito del settore delle famiglie nel mondo avanzato è aumentato. Ciò significa che non appena i tassi d’interesse iniziano a salire si possono avere dei problemi». Sono gli stessi fattori che hanno determinato la crisi del 2007-2008, ovvero «il debito troppo alto delle famiglie americane e – ha avvertito l’economista dell’Fmi – questa persistente debolezza strutturale rimane». Negli Stati Uniti gli indici sulla distribuzione del reddito sono tornati ai livelli del 1910. «Tra il 1900 e il 1980 la distribuzione del reddito è diventata più equilibrata ma negli ultimi 30 anni è tornato a crescere lo squilibrio. La classe media americana sta scomparendo. La distribuzione è tra molto ricchi e molto poveri. La classe media, quella che spingeva la domanda, che comprava le automobili, sta scomparendo.

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