Gb, giudici ordinano ibernazione post mortem di una 14enne

La giovanissima, malata terminale di cancro, aveva chiesto la criogenesi sperando di essere un giorno ‘risvegliata’ e guarita
dal corrispondente ENRICO FRANCESCHINI www.repubblica.it

Si può pensare alla fantascienza. Oppure al cinema: dalla commedia, Il dormiglione di Woody Allen, al dramma, 2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Invece questa volta si tratta della realtà. JS, iniziali di una ragazza di 14 anni morta di cancro il mese scorso, ha ottenuto da un giudice dell’Alta Corte di Londra l’autorizzazione legale a farsi ibernare dopo il decesso: un procedimento noto come criogenesi, che ha comportato la preparazione e quindi spedizione del suo corpo negli Stati Uniti, dove verrà preservato a bassa temperatura ‘in eterno’. O, come sperava la ragazza, fino a quando la scienza non troverà il modo di risvegliarla e ridarle la vita, ‘magari fra centinaia di anni’.

Un caso senza precedenti in Gran Bretagna, e forse il primo al mondo. Si ritiene che meno di 100 individui in tutto il pianeta abbiano finora fatto ricorso all’ibernazione, possibile in un pugno di appositi centri, prevalentemente negli Stati Uniti. Un po’ perché l’idea di morire e risvegliarsi in futuro sembra appunto fantascienza. Un po’ perché costa cara: 37 mila dollari. Ma la vicenda britannica è inedita perché ha richiesto la sentenza di un magistrato. Motivo: i genitori della ragazza, divorziati da tempo, avevano idee opposte. La madre era favorevole alla richiesta della figlia, per permetterle di morire con almeno una speranza. Il padre si opponeva, affermando – secondo quanto riportano i giornali – che la sua bambina, nell’ipotesi di potersi risvegliare fra 200 o 300 anni, si sarebbe trovata sola, 14enne, in America, senza un soldo, senza conoscere nessuno e probabilmente senza neppure ricordare nulla di se stessa. “Che vita sarebbe, ammesso che sia possibile tornare in vita?”, avrebbe detto il genitore.

Il dilemma è finito nelle mani di Peter Jackson, giudice dell’Alta Corte londinese. Il quale ha visitato JS in ospedale ed è rimasto “toccato dall’animo coraggioso con cui ha affrontato la sua sorte”. Non era suo compito esprimersi sull’ibernazione, bensì soltanto decidere se dare ragione al padre o alla madre. Secondo la legge britannica, un minorenne non può fare testamento, e le disposizioni riguardo al corpo comprendono anche una decisione di questo genere. Serve dunque un tutore, qualcuno che decida per il minore, e il magistrato ha deliberato che spettasse alla madre, la quale ha approvato la volontà della figlia. Il padre, che non vedeva la famiglia da sei anni, ha chiesto di poter incontrare JS prima che morisse, ma lei ha rifiutato. L’uomo ha fatto in tempo a farle sapere che, alla fine, anche lui, dopo la sentenza dell’Alta Corte, si è detto d’accordo a rispettare la volontà della ragazza e ad accettare la decisione di farsi ibernare.

Prima di spirare, JS aveva scritto una lettera al giudice, dicendo che auspicava di poter “vivere più a lungo” in un imprecisato futuro e chiedeva perciò di “non essere sotterrata”. La ragazza aveva appreso da sola l’esistenza della tecnica della ‘criopreservazione’, informandosi su internet negli ultimi mesi di vita, augurandosi di poter essere risvegliata ‘tra qualche centinaio di anni’. Il tribunale ha stabilito che la sua identità e quella dei genitori non fossero rese note, perlomeno fino alla notizia della morte, che è stata data soltanto ieri anche se risale ad ottobre. Si sa che JS viveva con la madre nei dintorni di Londra e che la sua famiglia non è particolarmente agiata: ha trovato i fondi necessari all’ibernazione attraverso un’associazione di beneficenza. L’ospedale in cui era ricoverata durante la fase terminale della malattia – una rara forma di cancro – ha accettato di collaborare, come era necessario, per predisporre il corpo per la criogenesi prima che venisse trasportato negli Usa, ma i medici si sono dichiarati contrari in linea di principio a un procedimento di questo genere. I media inglesi commentano che, se le richieste di farsi ibernare aumentassero, il parlamento e la magistratura dovrebbero probabilmente intervenire per legiferare in materia, fornendo un codice etico. Le prime reazioni alla notizia includono proteste da parte di associazioni religiose secondo cui è ingiusto cercare di prolungare la vita e aspirare a ‘rinascere’. Gli scienziati sono divisi. Alcuni affermano che in futuro potrebbe diventare possibile ‘scaricare’ su computer lamemoria e la coscienza umana, per poi caricarla di nuovo sul cervello dopo un ipotetico risveglio. Altri ritengono che, anche così, non sarebbe possibile recuperare completamente una piena coscienza di sé. Ai posteri, è il caso di concludere, l’ardua sentenza.

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