Di Clemente (PCL): “Il 5 maggio, anche dal Molise, contro la scuola dei padroni”

Anche le scuole molisane pagheranno il prezzo del DDL Giannini-Renzi che è parte di un progetto autoritario e reazionario, dal Jobs Act all’Italicum, dalla riforma istituzionale a quella del pubblico impiego, in piena assunzione degli interessi del padronato italiano ed europeo, smantellamento di contratti e diritti (cancellazione dell’Art.18, precarizzazione generalizzata, demansionamento e telecontrollo), un uomo solo al comando e rimozione di ogni conflitto.

Così nella scuola, dove quest’ennesima controriforma si spinge dove Berlusconi e Gelmini si erano solo affacciati, seguendo le richieste di Confindustria: destrutturare il sistema formativo nazionale in una pluralità di istituti in competizione, aziendalizzando le scuole; concentrare i poteri nei dirigenti-padroni, gerarchizzando i docenti, tagliare gli ATA, esternalizzare i servizi a privati.

Con questa prospettiva, i dirigenti scriveranno il POF, selezioneranno la “loro squadra” e assegneranno valutazioni e “premi”. La chiamata diretta interesserà in pochi anni l’insieme di lavoratori e lavoratrici della scuola. Chi sceglieranno? Chi non alzerà la testa? Chi non si ammala?

Marchionne ha fatto scuola: così si distrugge la libertà d’insegnamento. Si regalano fondi alle scuole private con la defiscalizzazione, si aprono le porte ai fondi privati.

L’assunzione di 100.000 precari (ridotti di un terzo rispetto alle promesse) non è merito di Renzi, ma è semplicemente obbligata dalle sentenze europee; ma comunque la si vuol far pagare con il peggioramento delle condizioni di lavoro, il salario di ingresso, gli spostamenti territoriali, gli Albi regionali.

Per questo, anche dal Molise, diciamo no a ogni trattativa: l’unico obbiettivo deve essere il ritiro del DDL, per indire subito dopo lo sciopero del 5 maggio assemblee RSU in ogni territorio, costruire un’assemblea nazionale rappresentativa di delegati e delegate delle scuole, per definire democraticamente una piattaforma di lotta, ed evitare che lo sciopero si riduca ad un inutile ed episodico sfogatoio.

Anche dal Molise è necessario contribuire ad un programma di rivendicazioni: l’assunzione con decreto di tutti i precari aventi diritto, sia docenti che ATA; la riapertura della contrattazione, con il recupero del salario perso negli ultimi anni; per un grande piano di finanziamento della scuola pubblica, il ritiro dei tagli orari e occupazionali della Gelmini, la riduzione del numero di alunni per classe; per garantire un reale diritto allo studio nel nostro paese.

Per questo, serve costruire un grande movimento della scuola, una mobilitazione permanente che preveda manifestazioni territoriali, occupazioni di scuole, flash mob, assemblee, mozioni, occupazioni, volantinaggi, fino al blocco degli scrutini. Una lotta ad oltranza, sino al ritiro del DDL Giannini-Renzi.

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