Report/Moncler, i 30 euro del giubbino e un mondo di predoni

L’incredibile servizio di Report sul Made in Italy dell’abbigliamento, quello che di Italy ha poco o  niente ma si perde nelle lande della Moldavia o della sua appendice filorussa della Transdnistria, ha scatenato polemiche, drammi di Borsa e sequel di querele giudiziarie. Era prevedibile, mentre è meno prevedibile che la funzione di controllo e di denuncia in Italia sia praticamente appannaggio di meritorie trasmissione televisive, tra cui ovviamente primeggia, per qualità e puntualità, proprio Report di Milena Gabanelli. Ma se la magistratura in Italia non riesce ancora a capire come è morto un giovane preso in consegna dallo steso Stato (magari in Cassazione il colpevole sarà Cucchi) figuriamoci se può mettere mano a fenomeni più complessi ed estesi. Tornando al punto, e senza entrare nel merito specifico della questione, quello che a nostro avviso merita una riflessione è il meccanismo, infernale, che ha portato a dover risparmiare 30 euro sulla realizzazione di un giubbino che ne costa al dettaglio 1500. La precisazione della Moncler, una delle aziende più colpite dal servizio di Report, nella sua affannosa spiegazione della catena commerciale che è alla base del prodotto di lusso non lo dice chiaramente, ma ad un osservatore attento è sufficientemente evidente. Il problema è il sistema, la filiera economica che si è venuta a creare. Moncler se la prende con l’ultima ruota del sistema, cioè i commercianti e il loro ricarico. Ma non è quello il punto. Il punto è un altro.

E il punto ha a che fare con un sistema economico e di produzione di valore, esteso a livello mondiale, che non ha (più?) alcun senso. Lo possiamo chiamare sistema economico dei predoni o, se vogliamo essere meno forti, dei parassiti. Spieghiamo. Moncler, come ogni altra griffe del lusso con fatturati multimilionari o miliardari, ha una precisa articolazione organizzativa. Ci sono i soci, gli amministratori, i dirigenti e giù a cascata. Ognuno di questi livelli, in maniera crescente ottiene redditi e ricchezze completamente sganciati dall’effettivo valore prodotto dal proprio lavoro. Il format è mondiale, esteso riguarda tutti aziende, banche,organizzazioni no profit, stati e settore pubblico. E porta a dover spremere ogni centesimo di guadagno anche laddove, come nei giubbini di lusso, il guadagno è abbondante, a volte addirittura scandaloso. E quindi anche quei 30 euro risparmiati in Moldavia sono indispensabili. Perchè devi pagare milioni di euro di stipendio all’amministratore, centinaia di migliaia ai dirigenti, ai capi area, alle figure della direzione generale. Tutta gente che con quel cazzo di giubbino non ha nulla a che fare, ma che intanto si prende i soldi che l’intuizione di un imprenditore, il fascino del made in Italy ha permesso di incassare. Come dicevamo la questione non è solo della moda, è tutto il mondo che va così ed è per questo che il sistema è marcio e prossimo al collasso. Prendiamo una banca, una grande banca, nazionale o estera. I soldi, il guadagno lo portano i soldatini, gli impiegati costretti a vendere ossessivamente prodotti e servizi spesso lontani anni luce dalla banca stessa (alcune filiali bancarie propongono ai loro clienti frigoriferi).

Ma i soldi guadagnati sono spartiti da cinque, sei sette linee di persone che non sanno manco perché quei soldi sono arrivati. E per pagarli non devi correre rischi. Meglio vendere aspirapolveri che prestare soldi al povero artigiano che vuole estendere la propria attività. Ma il capo area, il funzionario responsabile, il responsabile centrale, il capo segreteria dell’amministratore delegato, gli amministratori, i consiglieri cosa fanno per guadagnare le loro formidabili ricchezze? Assolutamente un cazzo, come per quelli che mangiano sui giubbini. Se poi andiamo al livello pubblico la questione diventa surreale.

Io vivo in una piccola regione d’Italia, il Molise. Dovete pensare che presso l’unica Asl di questa regione vengono impiegati ben 756 dirigenti, di cui 95 non medici. Neanche una delle più grandi multinazionali mondiali probabilmente impiega 756 dirigenti.

Il Molise ha 300.000 abitanti e la sanità pubblica, nonostante i 756 generali, fa acqua da tutte le parti. Epperò ogni mese 756 superstipendi (a cui vanno aggiunti quelli per i responsabili politici, quelli per i dirgenti dell’assessorato alla sanità regionale e quello per il manager della Asl) vengono prelevati dalle casse pubbliche e dati a questi signori. Ecco allora il senso più profondo del servizio di Report. Ci ha descritto, con puntualità, un’economia dove chi sta sopra prende a più non posso, mentre chi sta giù deve rassegnarsi alla  fame, alla disperazione, alla miseria. E se protesta prende pure una manganellata in testa. Con l’aggravante che chi sta su, nella maggioranza dei casi, prende e si riempe la pancia senza alcun merito, senza alcuna responsabilità ,senza alcuna qualità distintiva, senza alcun talento o capacità di produrre benessere per sé e per la colletività in cui vive. Un mondo  marcio, un mondo governato e impoverito da migliaia di predoni/parassiti, che la storia prima o poi spazzerà, ma che intanto fa veramente incazzare. (Pietro Colagiovanni)

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