Nuove consulenze nella sanità molisana: requisiti a casaccio?

La Regione Molise, come si sa, sta vivendo un momento difficile, difficilissimo sotto il profilo economico e finanziario. Il sistema sanitario nello specifico è quello che sta soffrendo di più. I servizi erogati dalla sanità pubblica sono ogni giorno di più frammentari, costosi e difficili da ottenere da parte del cittadino. I privilegi però restano intoccabili. La sanità molisana impiega ben 756 dirigenti all’Asrem, oltre ai dirigenti del servizio salute della Regione Molise. A questi signori vanno poi aggiunti una manciata di supermanager, tra subcommissari, direttore generale della salute della Regione (recentemente nominata e presa da fuori regione, testimonianza che nel Molise siamo tutte capre) e supermanager dell’Asrem. Insomma una scoppola di oltre cento milioni di euro di stipendi per persone che con la salute dei cittadini e con le cure ai pazienti non ha, in moltissimi casi (vanno fatti salvi i dirigenti medici, ma perchè devono essere tutti dirigenti?) non hanno nulla a che fare. Non bastasse questo abbiamo appreso con soddisfazione che la sanità molisana ha bisogno anche di ulteriori consulenti, visto che i quasi 800 dirigenti alcune cose non le sanno far evidentemente. E abbiamo letto di un avviso pubblico emanato dalla Regione Molise per un incarico di collaborazione coordinata e continuativa “finalizzato al monitoraggio dell’appropriatezza Lea- Armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio regionale”. I Lea sono i livelli essenziali di assistenza, ossia gli standard minimi di riferimento delle prestazioni sanitarie. L’attività si svolgerà rispetto alla loro traduzione in termini economici, all’interno del bilancio regionale. I requisiti quindi devono avere necessariamente a che fare con la conoscenza dei sistemi contabili e di bilancio. E infatti la Regione mette prorio come requisito, escludente e dirimente, il possesso di una laurea in giurisprudenza! Si avete capito bene. Parli di bilancio e ti spunta il codice civile! Non solo. Abbinato a questo requisito (giurisprudenza o laurea equipollente) c’è quello di aver svolto almeno 12 mesi di lavoro in pubbliche amministrazioni nel “settore dell’organizzazione del sistema sanitario, sistema e fonti di finanziamento del servizio sanitario, supporto tecnico sanitario”. Due requisit molto specifici, di cui uno totalmente a cazzo rispetto alla consulenza da svolgere. Perchè? Concludiamo con l’immortale Giulio Andreotti: a pensare male si farà pure peccato, ma si indovina sempre…

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