Mercati finanziari/ La Grecia se lo prende nell’euro, i mercati festeggiano

Era partita come una tragedia, è tornata come commedia, ha avuto un sussulto tragico (il referendum di domenica scorsa) finisce a commedia all’italiana ( o alla greca, che è la stessa cosa: una faccia, una razza). Il piano di Tsipras che sarà portato all’attenzione dell’eurogruppo non è né più né meno quello che la Germania (e per lei l’Europa) ha sempre voluto: tagli, austerità, aumenti di tasse. Pezze al culo per tutti, in cambio di qualche soldo subito e un riscadenzamento (ma non certo un taglio) del debito. E Tsipro Tsipras, quello dell’altra Europa, si è dovuto piegare. E’ in stato di bisogno, le banche non possono stare chiuse per sempre, la gente comincia a incazzarsi. Il ricatto ha vinto, ma non finirà qui.Stavolta il problema è stata la nazione coinvolta. Perché i greci hanno fatto molto per meritarsi questo, perché non hanno avviato una pulizia su quanto successo negli ultimi venti anni, perchè non hanno sequestrato i 500 milioni di euro depositati in Svizzera a nome della mamma/moglie dei loro leader socialisti. Perché nell’Europarlamento si sono dovuti subire addirittura la reprimenda del presidente della commissione, Juncker, le cui fortune  sono legate all’essere stato a capo di uno stato che ha fatto dell’evasione fiscale la sua ragione di vita (il Lussemburgo) per non aver tassato gli armatori greci, come lui aveva suggerito. Ma comunque non finisce qui. Oggi la Grecia e i greci se lo prenderanno, un po’ disordinatamente, in quel posto ma il principio che il popolo vota anche sulle porcate della Trojka, sui fiscal compact, sui trattati incomprensibili, sulle decisioni dell’ Eurotower rimane, e va dato ai greci il merito di averlo fatto. E domani qualche stato meno disastrato, qualche nazione meno prostata da uno stato di bisogno assoluto il precedente lo farà valere, e allora per  l’oligarchia imbecille e ostinata che governa l’Europa saranno guai. Oggi, come ieri, i mercati brindano e festeggiano. Quasi due punti in più per il Ftse Mib, l’euro forte a 1,11 lo spread italiano sprofonda a 128. Evviva! (Pietro Colagiovanni)

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