Il “nero” vale il 12% del Pil, sommerso 190 miliardi

Secondo i dati Istat il sommerso vale in Italia 190 miliardi, pari al 12 per cento del Pil, tra 2012 e 2014, la perdita di gettito è ammontato a 109,7 miliardi l’anno, la perdita di Iva è pari al 40,5 per cento del mancato gettito tributario. Sembra superfluo affermare che l’evasione fiscale “va contro l’equità e l’inclusione sociale”.  Nonostante i molti interventi a volta sbandierati con troppa enfasi , molto resta ancora da fare nel contrasto all’evasione, che resta una priorità del governo.
I dati sono in crescita nel 2013 rispetto agli anni precedenti : 11,7% nel 2012 e 11,4% nel 2011.
Il valore aggiunto connesso alle attività illegali vale, nel 2013, circa 16 miliardi di euro, pari all’1% del Pil. Nel complesso, l’economia non osservata (sommersa e derivante da attività illegali) ammonta, nel 2013, a 206 miliardi di euro, pari al 12,9% del Pil.
Nel 2013 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata deriva per il 47,9% dalla componente relativa all’attività sotto-dichiarata dagli operatori economici. La restante parte è attribuibile per il 34,7% al valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare, per il 9,4% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l’8% alle attività illegali.
In alcuni settori l’incidenza sul valore aggiunto dei flussi generati dall’economia sommersa è particolarmente elevata: i settori in cui, secondo l’Istat, si annida nella nostra economia il sommerso sono attività dei servizi (32,9% nel 2013), commercio, trasporti, attività di alloggio e ristorazione (26,2%), costruzioni (23,4%) .
All’interno dell’industria, l’incidenza risulta più marcata nelle attività economiche connesse alla produzione di beni alimentari e di consumo (8,3%) e molto contenuta in quelle di Produzione di beni di investimento (2,7%).
La componente di valore aggiunto generata dall’impiego di lavoro irregolare è particolarmente ampia nel settore degli altri servizi alle persone (21,7% il peso nel 2013), dove è principalmente connessa al lavoro domestico, e nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (15,4%).
Alfredo Magnifico

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