Bregman: Lavorare meno, lavorare tutti

Lavorare 15 ore a settimana? Lo diceva già Keynes! La Cisl degli anni ottanta ne aveva fatto uno slogan per estendere l’occupazione a tutti, ma servirebbe una legge epocale.  Lo teorizza il giornalista Rutger Bregman che argomenta la sua teoria con il porsi una domanda esistenziale “quanto spesso vi sentite stressati,assonnati e sovraccarichi di lavoro? La risposta che si da sembra una catalanata; se fossero bandite molte professioni inutili, se lavorassimo solo 15 ore alla settimana e se concedessimo a tutti un reddito di base, il modo in cui il genere umano vive cambierebbe radicalmente e i benefici sarebbero palpabili. Con un reddito di cittadinanza e bandendo i lavori inutili si potrebbe rivoluzionare il nostro stile di vita.
Le argomentazioni di Bregman non sono nuove: lo stesso Keynes aveva previsto che entro il 2030 le ore dedicate al lavoro,a causa della crescita della popolazione mondiale, si sarebbero ridotte drasticamente, determinando di conseguenza una radicale modifica degli standard di vita nell’Occidente rispetto a quelli degli anni ’30 del Novecento.
Per il giornalista il lavoro pesa sulle vite di ognuno come non mai e l’eccessivo carico di incombenze nella professione finisce per riversare i suoi effetti negativi sulla collettività inducendo i singoli a spendere il poco tempo libero che rimane davanti alla tv o in attività di tempo libero.
Quattro lavoratori su dieci ritengono di svolgere un lavoro inutile: stando alla teoria di Bregman, se fossero svolti solo lavori utili come quelli del docente, dello scienziato o del netturbino, il modo di vivere si rivoluzionerebbe e verrebbero recuperate tante ore altrimenti trascorse in modo poco proficuo.
Alfredo Magnfico

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